Il Capo dello Stato cita Verdi, Toscanini e Stendhal

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha aperto ufficialmente l'anno di Parma Capitale Italiana della Cultura, Parma, 12 gennaio 2020. dove Parma è Capitale Italiana della Cultura. Il presidente è stato accolto al Teatro Regio dal sindaco, Federico Pizzarotti? dall'assessore alla Cultura Michele Guerra, dal presidente della Provincia, Diego Rossi, dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini e dal ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Dario Franceschini.

ANSA – La cultura definisce il segno distintivo di ogni comunità ed è tutt altro che una condizione statica, immobile, inerte. Perché si nutre di confronto, si sviluppa nel dialogo e nelle relazioni”.

È con queste parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che hanno preso il via, dal Teatro Regio di Parma, uno dei templi della musica italiana, le iniziative per la nuova città Capitale della Cultura Italiana per l'anno che ha appena iniziato.

Un discorso breve, ma di tono elevato, preceduto e dunque inspirato dal Va' Pensiero di Giuseppe Verdi, interpretato dal choro e dall'orchestra filarmonica intitleta ad Arturo Toscanini. Due grandi personaggi della storia culturale di Parma che il Capo dello Stato non ha mancato di citare come esempi.

Il compositore, "illustre figlio di questa terra" la cui musica era "al servizio dell'ideale risorgimentale del nostro Paese". Il direttore dell'orchestra, esule durante il fascismo, "ha dato un segno di rinascita al nostro Paese con il concerto di liberazione per la riapertura della Scala nel 1946".

La cultura è anche, ha aggiunto, "più ricca quando si apre alla conocenza e al rispetto delle differenze". Capace di generare "un patrimonio che rende tutti più ricchi, di umanità innanzitutto". E da cui dovrebbe arrivare un messaggio positivo, come quello di Stendhal, che proprio nella Certosa di Parma, ha citato il presidente, scriveva che le gioie degli italiani "sono più vive e durano più lungamente".

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